Elisa qualche giorno fa mi ha segnalato un interessante articolo su medium che immagina un futuro senza applicazioni mobile: nonostante contenga ottimi spunti di riflessione credo che le conclusioni che trae non siano corrette.
Non possiamo fare a meno delle app
Sui nostri device abbiamo 2 possibilità: usiamo app native installate oppure accediamo a contenuti web.
Le app native surclassano i contenuti web in diversi campi: prestazioni, off-line, sicurezza, consumo di batteria, integrazione con l’hardware, integrazione con il sistema.
Alcuni problemi in effetti ci sono
Lo spunto da cui parte l’articolo è corretto: i vari app store stanno invecchiando velocemente e c’è bisogno di qualche cambiamento.
Il primo problema è proprio nel fatto che installare un’app non è immediato come andare sul web: trovo l’app, vado sullo store, mi viene richiesto di autenticarmi e inizia il download: spesso però applicazioni apparentemente semplici pesano più di 90Mb e richiedono quindi un’attesa più o meno lunga prima di poter fruire del contenuto. Mi è capitato di distrarmi durante il download di un’app e di dimenticarmela completamente, ritrovandola poi qualche giorno dopo… ok, forse io sono un caso limite, ma scommetto che non sono l’unico a cui è successo!
Il secondo problema è la ricerca dei contenuti: il deep linking permette di accedere direttamente a un contenuto all’interno dell’applicazione, ma ma deve essere supportato dall’app stessa e comunque se non è ancora installata nel mio dispositivo tra il risultato della ricerca e il contenuto passa troppo tempo.
Quindi eliminiamo le app?
No, ma le miglioriamo, anche perché i problemi non sono nelle app, sono al contorno.
L’unica alternativa alle app native attualmente sono le web app, ma come già detto in apertura le app native hanno troppi vantaggi in termini di prestazioni, sicurezza, integrazione con hardware e sistema operativo, tutte caratteristiche a cui non possiamo rinunciare.
Di contro è vero che lo sviluppo web è meno costoso: un solo linguaggio di programmazione anziché 2 app native distinte, distribuzione più semplice e nessuna installazione.
La soluzione però non è eliminare le app e spingere al limite i contenuti web per farli sembrare contenuti nativi. Secondo me le soluzioni sono diverse.
Quindi che si fa?
- Il processo di installazione delle app deve essere più veloce: un’idea? integriamo di più gli store con il sistema operativo per rendere più fluida l’installazione ed evitare di aprire l’app dedicata dello store.
- Le app devono essere più leggere: qui già si sta muovendo qualcosa, sia Google che Apple offrono soluzioni per creare app leggere che scaricano dati aggiuntivi solo se necessari, ma pochi sfruttano queste possibilità.
- Un unico linguaggio di programmazione? Apple ha lanciato Swift, un linguaggio meraviglioso a mio avviso e sembra che Google lo stia valutando come linguaggio di programmazione alternativo a Java per le app Android. Poter sviluppare le parti di logica una sola volta sia per Android che per iOS e differenziare poi solo l’interfaccia sarebbe già un passo avanti da giganti.
- Noi sviluppatori di app dobbiamo sfruttare meglio il deep linking per rendere i contenuti delle nostre app trovabili e accessibili direttamente dai motori di ricerca
- Evitiamo le app che non servono e per cui il web è sufficiente: già, perché se un’app non aggiunge nulla al web, diciamocelo, forse è meglio che non ci sia proprio.
Cosa ne pensano Apple e Google?
Ne parlo in chiusura, ma naturalmente sono le uniche due voci in capitolo.
Secondo me nessuno dei due ha interesse a eliminare le applicazioni e non lo faranno, sono troppi i miliardi che girano, ma entrambi hanno interesse a migliorare l’ecosistema.
Pare che Apple abbia già creato un team per ridisegnare l’app store, che da quando è nato non cambiato poi molto se non nella grafica, quindi è auspicabile che qualcosa cambi.
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