Continuiamo a parlare di sicurezza: dopo le password passiamo a parlare di Facebook. Di per sé Facebook non rappresenta un pericolo per la sicurezza online, ma di certo può creare dei problemi se lo usiamo senza la dovuta cautela. Profili finti e bufale online possono essere portare creare problemi: un semplice virus o essere l’origine di un più grave furto di identità o del profilo.

I rischi

Sui social network rendiamo pubbliche moltissime informazioni su di noi e sui nostri familiari: lavoro, spostamenti, abitudini, hobby…
Prendiamo per esempio la vacanza: se tutto il mondo sa che per una settimana la mia casa sarà vuota è facile che diventi il bersaglio di qualche ladruncolo.
Un altro rischio meno grave ma comunque sgradevole è il tag spam: un amico (in genere un profilo falso) aggiunge un’immagine contenente la pubblicità di un prodotto e tagga tutti i suoi amici, facendo così vedere l’immagine a tutti gli amici dei suoi amici.

I profili finti

Come si può riconoscere un profilo finto? Non c’è una regola fissa in realtà. I profili fake stanno diventando sempre più difficili da distinguere da quelli reali. Quindi come proteggersi? Ci sono degli accorgimenti da poter seguire

  • Richieste di amicizia da persone che non si conoscono e con cui non si hanno amici in comune possono essere sospette.
    La maggior parte dei profili finti sono di sesso femminile, di solito con foto di donne molto provocanti.
  • Controlla il profilo: le persona che ti ha chiesto l’amicizia quanti amici ha? Di che tipo? È una donna e ha solo amici maschi? Ha dei parenti? Di che città? Dove ha studiato? Dove lavora? Molto importanti sono le foto: ha solo la foto di profilo? Ci sono altre persone nelle sue foto?
  • L’italiano dei profili fake nel 99% è pieno zeppo di errori. Di solito infatti ci troviamo di fronte a profili creati fuori dall’Italia che utilizzano servizi di traduzione come Google Translate. L’unico che utilizza Google Translate come si deve e non è un fake è Sio
    In generale se non siete certi della persona che avete davanti non aprite link di cui non siate incredibilmente sicuri. Spesso i profili fake utilizzano servizi di url shortner per mascherare link maligni.

Le Bufale

Qual è il problema delle bufale online? È sempre una questione di link pericolosi. Un link pericoloso può fare davvero molti danni, quindi è sempre sconsigliato aprire link di cui non siamo sicuri al 100%.
Come si può riconoscere una bufala?

  • Il titolo è la prima cosa da considerare. Chi scrive bufale sta cercando di attirare la vostra attenzione. I titoli sono fatti apposta per essere fatti cliccati. Il ragazzino che guadagnava centinaia di euro spacciando bufale razziste sul web, utilizzava titoli come “Immigrato violenta bambina di 7 anni. Il padre gli taglia le p…alle e gliele fa ingoiare“.
  • “Come mai il telegiornale non ne parla?” “Questo i media tradizionali non ve lo diranno mai”. Questa frasi accompagnano spesso le bufale. Se i media tradizionali non ne parlano nel 99,9% dei casi non è successo.
  • Il clickbaiting è una delle tecniche utilizzate dagli spacciatori di bufale. “Non crederai mai a quello che è successo”. Purtroppo questa è una tecnica utilizzata anche da tanti giornali autorevoli e che, ricordo, è scoraggiata e penalizzata come tecnica di condivisione da Facebook.
  • Quando si è nel dubbio… Google è tuo amico! Recentemente un mio contatto ha condiviso la notizia dell’approvazione del fondo per i parlamentari in crisi, un disegno di legge del Senatore Cirenga. L’articolo esordiva con “Come mai il telegiornale non ne parla?”. Cercando su Google si scopre che il Senatore Cirenga non esiste.
  • Da dove arriva l’articolo? Guarda la fonte! Ci sono molti siti con indirizzi simili a testate giornalistiche rinomate, ma la cui attendibilità è pari a zero.

Non solo Facebook

Profili finti e notizie false non girano solo su Facebook, ma anche su Twitter, Linkedin, Pinterest… Tutti i social esistenti al mondo ne hanno a che fare.
Senza contare che i rischi di frode più pericolosi arrivano direttamente nelle nostre email, come ricordava Michele nel suo post precedente citando i tentativi di Phishing.