Può un’App essere uno strumento di marketing? Come sempre la risposta è “dipende“. Bisogna capire prima di tutto gli obiettivi, stilare una strategia e anche pensare al budget.
Fatta questa essenziale premessa, le App possono e devono essere pensate anche in un’ottica di promozione. Vi spiego perché.
Le App tra Presente e Futuro
Qualche anno fa sulle confezioni dei cereali dei bambini si trovavano giochini e barzellette.
Dai giochi sulla confezione siamo passati ai CD-Rom. Dai CD di giochi per computer ai siti web non è passato molto tempo.
Adesso sulle confezioni dei cereali c’è scritto “Scarica l’app!”.
Non c’è dubbio che le app siano già parte del nostro presente, così come saranno parte del nostro futuro.
A questo punto è arrivato veramente il momento di chiedersi se un’app ci può essere utile e in che modo.
App significa “Adesso” e “Qui”
Una degli aspetti più positivi di un’app è quello di essere sempre con noi. L’app è semplicemente sempre con noi in qualsiasi momento ovunque noi ci troviamo. Per molte aziende questa presenza fissa nelle tasche delle persone dovrebbe avere un suono allettante.
Con un’app possiamo sfruttare occasioni: l’attesa noiosa dell’autobus si trasforma in un momento di shopping, un’offerta geolocalizzata diventa il modo per migliorare una giornata lenta, posso coinvolgere il mio target in maniera diretta e perfettamente compatibile con il device che sta utilizzando.
L’App diventa pubblicità
Ci sono app create per vendere prodotti finali il cui scopo è evidentemente chiaro. Ma se non devo vendere ha senso avere un’app? Sì, perché le app possono migliorare la nostra brand awareness e il nostro engagment con un pubblico profilato. Facciamo un esempio.
Under Armour è una società che vende abbigliamento sportivo. Sono anche i proprietari delle app MyFitnessPal e di Endomondo. MyFitnessPal è un’app di conteggio calorie, Endomondo è un’app di fitness tracker. Under Armour non vende direttamente da queste due app, ma con queste due app ha creato un database di utenti potenzialmente interessati ai suoi prodotti, cioè persone che stanno attente a cosa mangiano e fanno esercizio.
Le app sono la loro pubblicità targhetizzata.
Le notifiche ti tengono in contatto
Quando un utente si iscrive ad una newsletter in genere lo fa con un’azione consapevole. Le comunicazioni email sono spesso precise e targhettizzate proprio perché chi si iscrive è un’utente interessato. Il CTR e il tasso di conversione dell’Email Marketing risulta essere molto più alto conparato a quello generato dai Social. Questi sono i principi che rendono l’Email Marketing tanto importante sono diversi.
Le App possono funzionare in maniera similare all’Email Marketing. C’è un’azione consapevole (scarico l’app) che mi crea un pubblico già targhetizzato. C’è una comunicazione specifica per l’utente (le app spesso sono create in modo che l’utente possa personalizzare il suo profilo).
Ma sono le notifiche che davvero ci tengono in contatto con efficacia. Possiamo perderci una email, difficilmente ci perdiamo una notifica.
Le app costano
Far realizzare un’app è un investimento importante. E’ una scelta ponderata.
Un’app realizzata all’interno di una marketing strategy significa pensare all’app come insieme di un progetto di comunicazione strutturato. Non si fa tanto per fare. Si fa con cognizione di causa.
Bisogna pensare a come promuovere l’app
Sull’App Store si contano più di due milioni di App e cifre simili si contano anche su Google Play. Insomma: c’è un po’ di concorrenza, diciamo.
(A proposito… siti web al momento sono più di un miliardo)
Per questo pubblicare un’app non basta. Bisogna anche a pensare anche a come promuoverla.
Stupiti da questa affermazione? In effetti sembra una contraddizione su quello che ho detto fin qui, vero? In realtà per me non c’è un contrasto.
La stessa cosa si fa con gli account Social. Si decide di aprire una pagina Facebook per aumentare la propria visibilità sul web. Se non facciamo niente e non pensiamo ad un progetto di advertising la nostra pagina Facebook, non solo non ci aiuterà, ma ci darà una brutta impressione, perché abbandonata e dimenticata.